Don Secondo Pollo, il primo Cappellano degli Alpini proclamato BEATO.

Due giorni di festa per gli ALPINI, per ricordare il loro primo BEATO, cappellano morto in Montenegro durante la seconda guerra mondiale.

– sabato 22 ottobre alle ore 21, nella Chiesa Parrocchiale, concerto del Coro degli Alpini di Moncalieri.

– domenica 23 ottobre ore 11:15 – sempre nella Chiesa Parrocchiale, Santa Messa solenne con la consegna di un quadro contenente la reliquia del Beato Don Secondo Pollo, che sarà esposto nella cappella della “Misericordia”

 

Don Secondo Pollo, ‘martire della carità, esempio di stile di vita’

‘Ci sprona a non essere indifferenti alle richieste di soccorso’

Nato a Caresanablot – Vercelli – il 2 gennaio 1908

Deceduto a Dragali – Montenegro – il 26 dicembre 1941

Ordinato Sacerdote a Sostegno -Vercelli – il 15 agosto 1931

Beatificato a Vercelli – il 23 maggio 1998 da Papa Paolo Giovanni II

 

Il Beato don Secondo Pollo

“Amore fino a donare la vita”

Quel 23 maggio 1998 per gli alpini sboccia il loro primo santo, per i cappellani militari il primo loro modello elevato alla gloria degli altari, per la Chiesa, un autentico martire della carità.

Il 26 dicembre 1941, don Secondo, durante la battaglia di Dragali, in Montenegro a Cervice, si trova al centro di una sparatoria. Non si risparmia, non ha paura. Per portare conforto ad un giovane soldato ferito, viene colpito da una pallottola che gli recide l’arteria femorale. Muore dissanguato. Il suo esempio richiama al servizio della carità misericordiosa, ispiratrice di giustizia a tutto campo.

Don Secondo, lascia un esempio di stile di vita, sprona a non essere indifferenti di fronte all’umanità ferita e di fronte alle richieste di soccorso e di riscatto che essa rivolge.

 

 

 

Vincenzo Borgarello con mons. Marcianò e mons. Arnolfo durante la cerimonia di consegna delle reliquie del Beato don Pollo alla brigata Taurinense, nel marzo 2015

 

 

 

Vincenzo Borgarello, alpino classe 1920, del Gruppo di Cambiano, commilitone di don Secondo, ultimo superstite dello scontro in cui il Beato perse la vita. Al termine della funzione Vincenzo era stato invitato da mons. Marcianò e da mons. Arnolfo a ricordare don Secondo.

Con una forte emozione, in poche parole, aveva trasmesso il messaggio di carità del primo beato alpino: «Non era solo il nostro cappellano, era un fratello. Quando gli arrivava qualche pacco lo divideva con noi e tante, tante volte, ci distribuiva le sue razioni. Non ci lasciava mai soli e più eravamo in pericolo, più ci stava vicino».

Un lungo e caloroso applauso e la battuta di un alto ufficiale che ha definito le parole di Vincenzo Borgarello «la predica più bella che ho sentito negli ultimi anni», hanno fatto da preludio alla benedizione finale, impartita dai due vescovi.