Chiesa della Trinità

La cappella del camposanto, dedicata alla SS.ma Trinità, risale ai primi anni del 1600 come dimostrano la vetustà della costruzione e il grande dipinto ad olio, che si conserva tuttora nella cappella con la data precisa del 1650, raffigurante le Tre Persone della Trinità nell’atto di incoronare la Vergine Madre Regina del Cielo e della Terra.
La costruzione sorse come cappella rionale del Borgo omonimo, a somiglianza, se non proprio in concorrenza, come le Cappelle periferiche della Malmontea e di San Rocco, costruite per voto collettivo o per devozione individuale e diventate in seguito cappelle titolari dei vari Borghi o sezioni in cui si divideva l’intero paese.
Quando poi a partire dal 1805 vennero promulgate le leggi napoleoniche, in forza delle quali tutti i paesi sottoposti alla dominazione francese furono costretti a seppellire i loro morti in cimiteri comuni, lontano dai centri abitati (cfr. I Sepolcri di Ugo Foscolo), anche Cambiano dovette piegarsi all’imposizione di queste e la scelta per l’ubicazione del nostro Cimitero cadde sulla regione detta della Trinità, che aveva per i cambianesi il vantaggio di non essere né troppo lontana né troppo vicino al centro della vita comune e di avere già pronta la cappella, la quale venne inglobata nel sacro recinto sic et sempliciter dai responsabili del Comune, in pieno accordo con l’autorità ecclesiastica e i borghigiani. La cappella della SS.ma Trinità, essendo stata chiusa d’autorità fra le mura del camposanto, è diventata da allora di diritto e di fatto parte integrante del camposanto stesso.

La facciata della cappella è molto sobria e essenziale nelle linee: la parte bassa è centralmente occupata dal portone d’ingresso, rialzato di due gradini dal piano di calpestio. Il portone, sormontato da una lunetta, è affiancato da due immagini raffiguranti la Deposizione dalla croce e la Resurrezione, entrambe sormontate da due timpani di modeste dimensioni. Al di sopra si legge la scritta “Ego sum resurrectio et vita”, mentre l’intera facciata è conclusa da un timpano con una croce.

Nel corso del tempo si susseguirono numerosi restauri: nel 1959, negli anni Novanta quando il restauro della facciata le ha impresso un colore bianco per la cornice leggermente aggettante che la contorna, e un rosa pallido per la rimanente parte di facciata; nel 1992 vennero rifatte le grondaie.
Internamente la cappella è di modeste dimensioni e scarni sono gli arredi ed elementi presenti. Addossato al muro opposto all’ingresso si trova l’altare in marmo bianco e verde, sopra il quale si trova il dipinto ad olio già precedentemente menzionato. Esso raffigura, a partire dall’alto, la Madonna che viene incoronata Regina del Cielo e della Terra dalle tre persone della SS.ma Trinità: Dio Padre sulla destra, il Figlio sulla sinistra e la colomba simbolo dello Spirito Santo in centro. Le figure poggiano su tre nuvolette sorrette da quattro angioletti, sotto ai quali si trovano due figure sullo sfondo di un paese con un lago. La figura femminile sulla sinistra è in abito grigio e mantello color ocra, mentre la figura maschile sulla destra è in abito bianco e manto forse sacerdotale, recante in mano la palma del martirio. Tra queste due figure si trova un libro aperto, sulla cui pagina di sinistra si legge“Ex devozione piorum Cambiano 1650”.

Entrando, sulla sinistra, si trova una targa non bene leggibile, menzionante i fratelli “Francus et Joseph Dassano, vicecurati”. Sullo stesso lato, vicino all’altare, si trova il sarcofago in pietra di mons. Giuseppe Burzio, arcivescovo di Gortina. Sul sepolcro, decorato con stemma e volute, si legge: “Pia Haec Natalis Humus Exuvias Condit / Exc. D. D. Josephi Burzio/Archiepiscopi Tit. Gortin.-Canonici Lateranensi/Qui Pluribus Legationibus Egregie Functus/ Apud IV Romanos Pontifices Fiducia Amore Valuit/Omnibus Dilectus Consilio et Suavitate Morum/Romae Piissime Obiit/IV A. Idus Febr. MCMLXVI – Annos Natus LXV/ Propinqui Concives Amici/Tit. P. P.”.
La cappella è illuminata lateralmente da quattro finestre di forma stretta e allungata e collegata alle mura del camposanto attraverso due ingressi laterali, che richiamano la medesima sobrietà di linee e colori della facciata, entrambi sormontati da una croce in ferro.
La parte della cappella che si affaccia verso il camposanto è, probabilmente, frutto di un intervento successivo, come dimostra sia l’impiego del laterizio facciavista sia una targa interna che ne fa risalire la costruzione al 1914. La facciata presenta due croci laterali bianche e una porta con grata in ferro, recante la scritta Curonum Sepulcrum, mentre sopra all’ingresso, in una cornice semicircolare bianca, si legge la scritta “Crux Ave Spes unica”.
In questa parte della cappella si trovano un altare, alcune lastre e foto di sacerdoti e altri personaggi qui sepolti. Proprio sopra all’altare si trovano due targhe con le seguenti scritte “A perpetua memoria/ dei Parroci di Cambiano/ questo sepolcreto edificava/ il can. A. Jacomuzzi – Priore/ l’anno 1914”; “A perenne ricordo/ mons./ Jacmuzzi Can. Cav. Angelo/ per 46 anni priore di Cambiano/Torino 1873~Cambiano 1954”. Al di sotto si trova poi la foto di Jacomuzzi Angelo.
A sinistra dell’altare si trova una targa con la scritta: “Sac. Gian Maria Bourlot/N. Puy 1844 M. Pinerolo 1914/Priore di Cambiano 1880 ~ 1908/R.I.P”, al di sotto della quale c’è la foto di don Bourlot.
Sulla sinistra si trova una prima targa recante la scritta: “Sac. Don Giovanni Alessio/ N. Caramagna 1818/ + Cambiano 1880/Priore di Cambiano per anni 32/ R.I.P.”, con al di sotto la foto di don Alessio, e poi una seconda targa con la scritta: “Mons. GiuseppeBurzio/ Arcivesc. Tit di Gortina/ 21 – 01 – 1901/ +10 – 02 – 1966”, con al di sotto la foto di mons. Burzio.
Infine sulla parete sinistra della cappella si trova una targa con la scritta “Vittoria Marcellino/ ved. Michetti/ di anni 76/ zia del priore can. A. Jacomuzzi/ benefattrice di questa cappella/ + 6- 04- 1913”.

La cappella viene attualmente aperta ai fedeli solo in due occasioni: in novembre, per la ricorrenza dei Defunti e in giugno per la Festa della SS.ma Trinità.