San Rocco

Foto Pilone
Descrizione
Ricorrenza: 16 agosto

Ubicazione: corso Onorio Lisa angolo via San Rocco

Epoca di costruzione: E’ forse uno dei piloni più antichi di Cambiano, risalente alla fine del Settecento o ancor prima.

Motivo della dedica: si potrebbe ipotizzare che il motivo sia legato alla peste diffusasi in Cambiano verso la prima metà  del 1600.

Forme di devozione: fino a poco tempo fa le celebrazioni in onore di San Rocco si svolgevano nella vicina chiesetta a Lui intitolata; ora hanno luogo nel nuovo centro San Rocco.

Stato attuale di conservazione: Una volta i quatto lati erano ricoperti da affreschi, ora completamente scomparsi; fino a poco tempo fa sui lati verso la piazzetta si potevano ancora intravedere la testa di un frate e di un pellegrino incappucciato e la parte superiore di una Crocifissione. Fu restaurato nella prima metà del Novecento, quando il pittore Mosso ridipinse gli affreschi. E’ stato restaurato nel 2013 grazie al contributo di alcune persone del posto.

Proprietà attuale: Parrocchia Santi Vincenzo e Anastasio

Cenni agiografici
non esiste un racconto attendibile della vita di questo santo, ma si presume che San Rocco ( il cui nome significa “quiete, riposo”) nacque a Montpellier in Francia nel 1350, dal governatore della città; alla nascita comparve sul suo petto una croce rossa: il suo nome, dunque, deriverebbe da “rubeus”, rosso e non da “roc”, roccia. Rimasto orfano all’età  di 20 anni, partì in pellegrinaggio per Roma. Sulla strada che lo conduceva in quella città  si imbatté nel tragico spettacolo della peste (Acquapendente, Viterbo). Si offrì volontario per l’assistenza dei malati del Lazzaretto, dove operò i primi miracoli: si narra che li guarisse tracciando su essi un segno di croce. Poi proseguì la sua strada e giunse a Roma, dove un cardinale lo pregò di intercedere perché terminasse la peste. Sulla strada di ritorno verso Montpellier, a Piacenza, fu colpito dalla peste (iconograficamente rappresentata da un bubbone sulla gamba) e per non essere di peso e di pericolo per gli altri, si ritirò in un luogo isolato della campagna, presso il fiume Trebbia, a Sarmato, presso una fonte, sul terreno del nobile Gottardo Pollastrelli. Alla fonte il Santo attingeva con una conchiglia (simbolo del pellegrino medievale). Qui, ogni giorno, un cane misterioso gli portava un pane, preso dalla mensa del nobile Gottardo. Un giorno questi seguì il cane e trovò San Rocco: lasciò tutte le sue ricchezze e il Santo divenne il suo maestro spirituale. Tornato a Montpellier lo zio Guglielmo non lo riconobbe, venne arrestato, perché creduto una spia, e incarcerato fino alla morte. La sua cella fu sempre invasa da una grande luce e verso la fine della sua vita ebbe una visione e chiese di essere lasciato solo per tre giorni, trascorsi i quali fu ritrovato morto (1378). Quando fu esaminato il corpo, gli fu trovato sul petto un segno a forma di croce che indicava che era il figlio del governatore precedente. Sul capo si trovò una tavoletta con una scritta che diceva che chi, malato di peste, avesse fatto ricorso a lui, sarebbe guarito immediatamente. Fu celebrato un funerale pubblico e sulla tomba avvennero numerosi miracoli. Un’altra vita narra invece che venne arrestato come spia e che morì in prigione ad Angera, località  che ha poi rivendicato la sua tomba e i miracoli connessi. A Venezia, nell’omonima chiesa del XV secolo, e ad Arles sono conservate reliquie del santo. Non fu mai canonizzato. Vi sono più di 3000 cappelle e chiese a lui dedicate in Italia; 64 paesi in Italia e 16 in Polonia sono dedicati a lui.
La devozione a questo santo è particolarmente sentita nella città  di Palmi (Reggio Calabria), poiché intorno al 1566-68, durante l’infuriare della peste in quei luoghi, si dice che si salvarono solo quelli nel perimetro della chiesa di San Rocco. (Domenico Ferraro, studioso).
San Rocco è spesso associato a San Sebastiano nelle invocazioni contro la peste: il suo culto ebbe un picco nel 1630, quando ogni località  in cui la peste cessò edificò per lui un oratorio.

E’ invocato contro il colera, le malattie contagiose, le pestilenze, i disastri naturali.

E’ protettore di cavatori, pellegrini, viaggiatori, piastrellisti. Selciatori, lastricatori e bestiame. Protegge le viti dalla filossera, che è la “peste” della vite.

I suoi emblemi sono la conchiglia del pellegrino, il bastone, il petaso, ampio cappello da pellegrino, la tavoletta con la scritta e la bisaccia; indossa il tipico mantello da pellegrino (chiamato sanrocchino) e spesso viene ritratto con il suo cane. A volte è nell’atto di sollevare la veste per mostrare il segno della peste all’inguine.

Caratteristiche architettoniche ed iconografiche
il pilone è a pianta quadrata con tetto a cuspide, sormontato da una croce in metallo. Le scanalature ai quattro angoli conferiscono all’insieme una maggiore leggerezza. Da notare le modanature¹ sul basamento e sulla cornice.

Nota 1: modanatura: elemento sagomato di una membratura architettonica o di un mobile in legno. Le modanature possono essere a profilo rettilineo (listello, dentello, fascia) o curvilineo (gola, toro, cordone, guscio, ovolo, astragalo, scozia, tondino).

Curiosità
Nell’epoca fascista Don Berrino sostenne una diatriba col Podestà  circa il possesso del pilone e della relativa piazzetta. La causa si concluse in favore della parrocchia.
Icone
San Rocco