“Veniamo anche noi con Te!” messaggio dell’Arcivescovo Mons. Nosiglia

MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA,

IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DEL SEMINARIO

GiornataSeminario_VT_03-12-17    (Torino, dall’Arcivescovado, 3 dicembre 2017)

Carissimi Fedeli,

«Le cose si possono cambiare?». Faccio mia la domanda – quasi il grido – che ha risuonato sulla bocca di papa Francesco durante l’ultima giornata mondiale di Cracovia. La risposta dei giovani accorsi da tutto il mondo è stata un fragoroso «Sì!».

In questi tempi di precarietà e di incertezza, di rapidi cambiamenti e di disorientamento, è possibile ripetere quel “sì” senza cedere alla tentazione dello scoraggiamento e dello sconforto, anche quando si tratta di decidersi per una scelta sacerdotale. È quello che oggi ci testimoniano i giovani che vivono in Seminario l’esperienza del discernimento e della formazione in vista dell’ordinazione: avventura affascinante di chi ha sentito posarsi su di sé lo sguardo misericordioso del Maestro, e prova a rispondere alla sua chiamata personale.

Domenica 10 dicembre la nostra comunità diocesana celebrerà la giornata del Seminario. Un’occasione, ormai tradizionale, per conoscere e sostenere la comunità che forma i futuri sacerdoti della nostra Diocesi.

Come sapete tutta la Chiesa si sta muovendo verso l’importante appuntamento dei Vescovi che il prossimo ottobre 2018 si riuniranno in un Sinodo per riflettere sui giovani, per dare voce alle loro aspirazioni più profonde, e per progettare insieme percorsi per ridestare in loro e nel mondo la gioia del Vangelo. Con una felice intuizione, il papa ha voluto che in vista del Sinodo dei Vescovi la Chiesa rifletta su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Così il tema dei giovani e della loro fede si intreccia finalmente e inscindibilmente con la dimensione vocazionale, perché non c’è percorso di crescita autenticamente umano e cristiano che non sia anche un cammino che aiuta i giovani a diventare adulti, maturi nella capacità di fare delle scelte decisive, di orientare il proprio cammino senza lasciarsi trascinare dall’inerzia in un’assenza di orizzonti e di senso.

Anche nella mia Lettera pastorale ai giovani e agli educatori ho voluto guardare a quell’appuntamento, e ho richiamato, fin dal titolo, la domanda di senso che i discepoli di Giovanni rivolgono a Gesù in risposta alla sua provocazione: «Maestro, dove abiti?» (Gv 1, 38). Abbiamo bisogno di luoghi in cui sperimentare la familiarità con Gesù, e di tempi in cui dimorare con lui per sentire la sua presenza che si rende palpabile.

Tutti noi, non solo i formatori, abbiamo il dovere di renderci responsabili del nostro Seminario, attraverso la preghiera, la testimonianza della carità, la vicinanza, il sostegno concreto. La giornata del Seminario ci spinge a guardare con attesa e fiducia il cammino verso il sacerdozio dei nostri seminaristi. È desiderio di tutti che il tempo del Seminario sia vissuto con lo stupore per la vocazione ricevuta e con la piena disponibilità a farsi dono per la Chiesa e per gli uomini del nostro tempo.

Siamo chiamati altresì a coltivare un terreno fecondo perché germoglino nuove vocazioni, a partire dalle famiglie, dalle realtà associative, dalle università e dalle scuole cattoliche, ma in particolar modo questo trova il suo luogo ideale nelle singole parrocchie, in cui le comunità educanti si adoperano per offrire ai giovani un ambiente attento alla cura della vita interiore. Nelle nostre comunità tutti dobbiamo avere il coraggio e l’audacia di fare nostro lo stile di Gesù, declinando in modo creativo i tre verbi richiamati nel documento preparatorio al prossimo Sinodo dei Vescovi: uscire, vedere e chiamare. «Nei racconti evangelici lo sguardo di amore di Gesù si trasforma in una parola, che è una chiamata a una novità da accogliere, esplorare e costruire. Chiamare vuol dire in primo luogo ridestare il desiderio, smuovere le persone da ciò che le tiene bloccate o dalle comodità in cui si adagiano. Chiamare vuol dire porre domande a cui non ci sono risposte preconfezionate. È questo, e non la prescrizione di norme da rispettare, che stimola le persone a mettersi in cammino e incontrare la gioia del Vangelo». (Sinodo dei Vescovi – XV Assemblea Generale Ordinaria, Documento preparatorio, parte III, 1).

Affido tutti voi e il Seminario in particolare alla materna intercessione di Maria, perché con il suo esempio di fede e di sequela sostenga i seminaristi, illumini i formatori, renda ancora visibile a tutti giovani di oggi il volto d’amore del suo figlio, Gesù.

Cesare Nosiglia – Arcivescovo di Torino