Le Beatitudini – Tema dell’incontro di domenica 27 marzo per le “Domeniche in Famiglia” 1à media

LE BEATITUDINI.
 
Dal Vangelo secondo Matteo 5, 1-12: Vedendo le folle Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
– Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli.
– Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
– Beati i miti, perché erediteranno la terra.
– Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.
– Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
– Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
– Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
– Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il Regno dei Cieli.
– Beati voi, quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli.
(Le beatitudini sono proclamate anche nel Vangelo secondo Luca 6, 20-26 e, se ci sarà tempo, vedremo le analogie e le differenze).
 
Quando si presentano le Beatitudini agli adulti o ai ragazzi del catechismo, c’è una reazione spontanea, quasi sempre critica nei confronti di Gesù: “Ma come, Gesù! Tu chiami beati i poveri, gli afflitti, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati; invece il mondo chiama beati i ricchi, quelli che ridono, quelli che si fanno valere, quelli che usano la giustizia a proprio favore, quelli che godono di tutti i piaceri del mondo, infischiandosene degli altri e imponendo a tutti la propria legge!” E dicono questo sia i grandi sia i piccoli, che vedono trionfare i Berlusconi, o i Trump, o attori e cantanti, che di Dio non sanno neppure il nome!
Alcuni si chiedono: “Che Gesù si sia sbagliato?”
No, certo non è neppure da pensare: sarebbe una bestemmia. 
Allora dobbiamo:
– inserire il discorso delle beatitudini nel suo contesto 
– e poi considerare le affermazioni di Gesù una per una
È questo il lavoro che spesso manca ai cristiani: chi ha letto veramente con attenzione tutto il Vangelo di Matteo (o di Luca, o di Marco, o di Giovanni) per cercare di capire quando, come e perché è stato scritto? È necessario conoscere il piano di un’opera per capirne il messaggio. Questa è l’accusa che i protestanti fanno ai cattolici: non leggono la Bibbia, neanche i Vangeli! Tale affermazione è confermata da un’inchiesta fatta ad un corso di Teologia tenutosi all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino e successivamente anche nella nostra Parrocchia fra i catechisti. Il Parroco di allora si era scandalizzato per il risultato: quasi nessuno aveva letto tutti i Vangeli! Qui, oggi, non facciamo inchieste: cerchiamo di analizzare il testo che viene proposto ai ragazzi di quinta elementare, perché, se faranno domande ai loro genitori, questi sappiano rispondere.
Ebbene, il contesto in cui Gesù fa il discorso sulle Beatitudini è ben precisato: Gesù salì sulla montagna e “ammaestrava i suoi discepoli”. Quindi, il contesto è Gesù maestro che, dopo aver scelto i dodici discepoli, inizia a comunicare a loro la Buona Novella e la insegnerà a loro per tre anni circa.  E fa parte del contesto un messaggio molto forte: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti: non sono venuto per abolire, ma per dare compimento”, cioè per perfezionare la legge. (Non nega gli insegnamenti della Bibbia, ma li valorizza completandoli). Quindi le Beatitudini sono la via della perfezione proposta innanzitutto ai discepoli, per trasformarli in apostoli in grado poi di diffonderla nel mondo.
Allora vediamo insieme quali sono le categorie di beati indicate da Gesù.  
I poveri in spirito sono coloro che sentono il bisogno di Dio e dei suoi doni e non fondano la loro vita sulle ricchezze materiali, perché sanno che i beni terreni sono passeggeri: tutto si dovrà lasciare e l’unica ricchezza che porteremo in dote davanti a Dio sarà il bene fatto. Quindi non è che Gesù condanni i ricchi, condanna chi è attaccato alla ricchezza come unico suo bene (esempi il ricco epulone, il giovane ricco,…).
Gli afflitti sono coloro che soffrono perché il mondo attorno a loro ostacola i piani di Dio e sembra impossibile far trionfare il bene al posto del male. Alla fine, però, Dio trionferà. Ecco la consolazione.
I miti sono il contrario dei violenti: sembra che il mondo sia dominato dai violenti, ma alla fine trionferà la pace. Dopo la guerra viene sempre la pace, dopo l’ingiustizia viene sempre la giustizia. Purtroppo sembra che la storia sia ciclica, perchè l’uomo sembra sempre lo stesso.  Ma non è così: anche i proverbi dei nostri nonni ce lo insegnano: Dio non ha fretta nello stabilire il suo Regno, ma alla fine trionferà assieme ai miti, ai giusti, ai misericordiosi, ai puri di cuore, agli operatori di pace.
L’ultimo versetto, riguardante gli apostoli che saranno perseguitati, è una novità del Vangelo. Gesù. infatti, è venuto per portare la croce e per insegnare ai suoi apostoli a portarla per essere proclamati beati, perché la vera beatitudine è “la ricompensa nei Cieli”.
Ecco l’insegnamento che ci dà il testo delle Beatitudini e che i genitori possono proporre ai loro figli, naturalmente se vogliono educarli come cristiani. È l’insegnamento che hanno fatto proprio San Francesco e il nostro Papa Francesco quando supplica: “Non è con la guerra che si risolvono i problemi! Non votate l’aumento di spesa per le armi.”
Attilia Segrado