Diario visite pastorali dell’Arcivescovo Monsignor Cesare Nosiglia – 15 –

INCONTRO DELL’ ARCIVESCOVO MONSIGNOR CESARE NOSIGLIA

CON I BAMBINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE

E

CON I RAGAZZI DELLA SCUOLA MEDIA

DI CAMBIANO

MERCOLEDI’ 31 OTTOBRE ORE 9:30

 

Mercoledì  31 Ottobre 2018, nella nostra scuola ” G.Grosso ” si è vissuto un giorno speciale.

È  venuto a trovarci, durante la Sua Visita Pastorale nella nostra cittadina, Monsignor Cesare Nosiglia, Vescovo di Torino.

L’ emozione è stata grande !

Con la maestra Anna Barbera e alcune colleghe, Gli abbiamo preparato un’accoglienza particolare, gioiosa e partecipata.

Tutte le classi della Scuola Primaria sono state coinvolte: chi preparava una canzone, chi semplicemente un caldo sorriso.

Tra i momenti più commoventi c’è stato quello con i bambini di 4^ perché, leggendo le domande preparate, alcune riguardavano Sofia, la nostre dolce compagna che da poco ci guarda dal cielo.

Lui ci ha ricordato che Gesù ama in particolar modo i bambini  ” Lasciate che i bambini vengano a me, è per loro il Regno dei Cieli ” , quindi avrà accolto Sofia tra le Sue braccia. Questo pensiero ci ha rincuorati molto.

Dopo la Sua esibizione canora con ” Ciao amico Ciao ” ci siamo salutati.

Siamo tutti molto contenti di poter aver partecipato ad un momento dedicato a noi con il nostro Vescovo Cesare .

Maestra Anna Barbera (insegnante di Religione)

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Sua Ecc. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, è stato ospite del nostro istituto il giorno 31 ottobre, accolto dalla Preside dott.ssa Rescigno nell’aula conferenze della nostra scuola. È stato un bell’evento che ha dimostrato la vicinanza del Vescovo alla comunità scolastica, alle famiglie e soprattutto agli alunni. È stato un incontro direi “informale”, quantomeno non catechetico, per come ci si aspettava. Si è rivolto agli alunni in modo semplice, raccontando le sue origini, la sua provenienza da un piccolo paesino dell’interland genovese, raccontando ai ragazzi la sua vocazione scaturita da una lontana fascinazione, colta negli anni della sua preadolescenza all’oratorio di Rossiglione, in provincia di Genova. Ha suscitato in poco tempo un’empatia con i ragazzi rispondendo alle domande postegli, domande peraltro spontanee e non preparate dai docenti… “Se non avesse fatto il Vescovo, cosa avrebbe fatto nella vita?”, alla quale sua Eccellenza risponde che avrebbe fatto il macchinista ferroviere, perché era un mestiere per Lui ricco di fascino, importante, perché portava suo padre, che era un semplice operaio, al lavoro insieme a tanti altri.

Ricordo ancora una domanda, insolita ma prevedibile considerata l’età dei nostri alunni… “Sign. Vescovo, per che squadra tiene? Per la Juventus?… Il nostro Vescovo non si è scomposto, e sorridendo ha risposto che, essendo originario di Genova, simpatizzava per la Sampdoria.

Continuando nel suo dialogo con i ragazzi, ha raccontato dei suoi viaggi, a fianco di Papa Giovanni Paolo II, mirati soprattutto alle scuole in Asia e in Africa, dove in molte zone non esistono nemmeno le strutture scolastiche, dove sono così poveri da scrivere con la matita per poi cancellare, perché hanno un solo quaderno, e quindi rimarcando ai ragazzi la grande fortuna che possiedono.

In sintesi, il messaggio che Mons. Cesare Nosiglia intende portare al mondo della scuola e, in ultima analisi, lo scopo delle sue visite, suppongo sia questo: da diversi anni Mons. Nosiglia si occupa di tematiche sociali e scolastiche; riporto, in questa mia, alcuni dei suoi propositi pastorali e sociali, in particolare, rivolti alla scuola. Cito a proposito alcuni concetti esposti dall’arcivescovo in una sua “Lettera agli studenti”: <<Nella scuola si risentono e spesso si anticipano i grandi cambiamenti dell’intera società, le tensioni e le attese che sono proprie del Paese. In questo momento storico, segnato da dolorosi fatti di violenza omicida e da un clima di timore che serpeggia nella nostra società occidentale, essa può rappresentare quel volano di speranza e di pace di cui tutti sentiamo la necessità. L’educazione delle nuove generazioni e la loro promozione culturale e civile, infatti, è la via più importante per far fronte a questa situazione, che preoccupa e che esige un supplemento di responsabilità a partire proprio dalle nuove generazioni. Su di loro occorre scommettere, per ostacolare una deriva fondamentalista che intende imporre il proprio credo religioso, politico e culturale a scapito delle conquiste dei diritti e dei doveri fondamentali di democrazia e di pluralismo fondati sul rispetto di ogni persona, delle sue idee e scelte di vita, della sua religione e del bene comune del proprio Paese. La scuola diventa così la frontiera più avanzata in cui si può edificare quel mondo nuovo, basato sull’accoglienza, la mutua conoscenza, il rispetto e la collaborazione tra ragazzi e giovani provenienti da diversi Paesi, culture, tradizioni e religioni…>>. Mi fermo qui, citando in sintesi l’obiettivo che credo di aver colto a riguardo delle visite dell’Arcivescovo alle scuole. Chiudo citando una frase di un poeta che, a mio avviso, calza alla perfezione e che coglie la metafora in ambito didattico. Hölderlin: “Dio ha fatto il mondo come il mare ha fatto la riva: ritirandosi”.

Così è, e deve essere, di ogni docente ed educatore: deve indicare la via e poi ritirarsi, per lasciare il passo ad una responsabilizzazione della persona, chiamata ad imboccare la strada della sua vita.

Prof. Gian Paolo Scotto